“Due alberi tra tutti erano i suoi preferiti …”

“Uno era il larice, il re dei versanti sud delle Alpi, fratello dell’abete che preferisce il nord, l’umido e l’ombra.

Il larice invece ama il sole, vuole aria, luce, cielo, e credo che Mario ci ritrovasse i tratti del suo carattere.

E’ un albero che può crescere tra i suoi simili ma diventa più bello quando è solitario, in mezzo a un pascolo o in alta montagna.

Questi esemplari, esposti alle intermperie, sono anche i più tormentati dal vento, dalla neve, dal fulmine, belli come sono belle le facce segnate dalla vitae e anche Mario era così.”

“L’altro albero è la betulla, che gli ricordava la Russia. Quella terra in cui aveva combattuto, sofferto, visto morire tanti amici, che aveva attraversato a piedi nella neve, maledetto e infine amato.

La betulla cantata dai poeti e ritratta dai pittori é per i russi la vergine, la sposa, per via della sua corteccia bianca, ma anche simbolo di fecondità e rinascita.”

Dall’introduzione di Paolo Cognetti alla nuova edizione Einaudi di “Arboreto salvatico” di Mario Rigoni Stern (pubblicata su La Stampa del 2/10/2021)

… ispirato dalle parole di Cognetti e Rigoni Stern ho dedicato un pomeriggio alle Betulle ed ai Larici in veste autunnale tra Coumarial e l’Alpe Leretta …

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Larici e Betulle in Autunno (Omaggio a Mario Rigoni Stern – 1921-2008)